L’amianto diventa pericoloso nel momento in cui se ne inalano le fibre, che presentano una struttura cristallina e tendono a sfaldarsi in senso longitudinale in filamenti sempre più sottili e appuntiti. Tale caratteristica fa sì che il corpo, e in special modo il polmone, non riesca a intercettarle e a eliminarle, per cui rimangono per molti anni nell’organismo. Le fibre di amianto depositate nei tessuti polmonari possono causare diverse malattie, a volte con conseguenze gravi per la salute, fino ad arrivare al decesso. Anche una bassa concentrazione di polvere di amianto nell’aria può causare una malattia polmonare, per questo occorre evitare qualsiasi tipo di esposizione.
Se una quantità minima di polvere comporta già un rischio significativo, la situazione si aggrava con l’aumentare dell’esposizione. Il rischio che si corre dipende dalla quantità di fibre di amianto inalate negli anni. Oggi il pericolo è noto e in genere l’amianto lasciato intatto non provoca danni; di conseguenza il rischio per la popolazione è minimo. Sono però possibili alcune eccezioni. Ad esempio, se la lavorazione di prodotti edili contenenti amianto durante una ristrutturazione inquina l’aria, a lungo termine il rischio per la salute può aumentare. La manipolazione impropria di materiali contenenti amianto rappresenta il rischio principale, per questo deve essere affidata a dei professionisti. Per garantire la protezione dei lavoratori, la manipolazione di amianto è soggetta a norme di tutela più severe.